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L'avvenire della cultura

Carmelina Sicari
L'umanesimo in forma rinnovata certo è l'unica risposta ad un mondo globalizzato che è caduto nella trappola di considerare il denaro, la finanza come elemento fondamentale dell'esistenza e della storia. Siamo condannati all'utopia diceva il grande antropologo Marc Augè pena l'autodistruzione. Siamo condannati all'umanesimo certo mai realizzato nonostante che in alcuni periodi della storia come quello preconizzato anticipato da Campanella sia stato sostenuto e professato.
L'umanesimo classico ha intuito alcuni elementi fondamentali e Pohlenz ne L'uomo greco ne ha bene individuato la struttura. L'umanesimo rinascimentale poi con la sua struttura di ricerca dei testi antichi filologica certo ha contribuito alla conservazione del mondo antico. Ma sostanzialmente l'Umanesimo così come preconizzato da filosofi e filologi non è stato mai attuato.
La filosofia del denaro così come aveva teorizzato Simmel ha costruito una nuova barbarie più feroce e radicale di quella antica. L'indifferenza dell'uomo verso l'uomo, l'indifferenza disaffezione verso ciò che è vicino. La perdita dei fini disintegrava l'essere e sempre più l'uomo si trasformava in massa.
Ma ora l'avvento di una disuguaglianza mai vista per proporzioni e per qualità accenna palesemente ad una nuova, immane definitiva tragedia.
Negli anni ottanta si discuteva dell'avvento di un Nuovo Umanesimo, movimento da me poi avviato, con il prof. Piromalli che invece sosteneva che l'umanesimo perseguito dagli intellettuali meridionali da tempo condannava la regione all'arretratezza. 
Alla luce della nova barbarie noi possediamo un patrimonio che potremmo spendere per contrastarla. E forse questa è la vera missione del Sud, il giorno della Calabria.

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