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Come si riscatta l'economia calabrese

Gaetanina Sicari Ruffo
In Calabria vige il silenzio e abbiamo dovuto apprendere dai giornali nazionali come è iniziato il riscatto dell'economia pulita e senza taglieggiamenti nella nostra regione, a partire dalla Locride, cioè da quei territori più inquinati dalla presenza della malavita, che ora probabilmente ha pensato di svernare in altri lidi più redditizi, a nord ed altrove.
Abiti e tessuti in lana bio e ginestra, sono prodotti dalla azienda Cangiari (cambiare), sorta nella Locride qualche anno fa per iniziativa del vescovo Giancarlo Maria Bregantini e sostenuta dalla volontà di giovani desiderosi di riscatto. Ora fattura 4,5 milioni e dà lavoro a 100 persone.
Non solo a Gioiosa, ma pure a Chiaravalle, in provincia di Catanzaro, ci sono altri laboratori che sono un miracolo: nelle coop che sono sorte si tessono negli antichi telai motivi grecanici e bizantini, a rosa greca, occhio di pernice, croce di Malta che hanno suscitato l'entusiasmo di Santo Versace. Il movimento di riscatto del lavoro pulito ed onesto ha un nome: Goel che è d'ispirazione biblica. In esso si confezionano pure prodotti alimentari, distribuiti poi da Natura Bio e Cuore Bio. L'esportazione è ancora ridotta perché non ben conosciuta e propagandata. Manuela Sfondrini, direttrice dell'area produttiva, lavora per rendere i tessuti colorati naturalmente con la ginestra, le more ed i lamponi, più lavorabili.Tra l'altro questa lavorazione della ginestra era già presente nell'antico giornale “Brutium” della Calabria, a firma del compianto Prof. Alfonso Frangipane, fondatore dello stesso. Partite di capi sono state così richieste dal Canada. Ci sono veri e propri laboratori con sarte e artisti pronti a rendere accessibile la bellezza naturale.
Ma perché è stata ignorata finora per dare adito solo al brutto ed all'osceno? Che si incrementi questo avvio e con esso il risanamento di tutta l'economia della regione!

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