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La visita della commissione valutatrice al Centro trasfusionale dell'ospedale di Cosenza

Si è conclusa dopo due giorni di lavoro la visita della commissione valutatrice al Centro trasfusionale dell'ospedale di Cosenza. Gli esperti, provenienti in parte dal Centro nazionale sangue e in parte dalla Regione, sono stati incaricati di verificare se negli ultimi mesi l'Azienda ospedaliera bruzia ha risolto le oltre 60 criticità riscontrate in una precedente ispezione. 
Nell'ottobre del 2012, infatti, un pool di ispettori ministeriali evidenziò all'interno del Centro scarse condizioni igieniche, che i medici avevano già denunciato scrivendo tre lettere alla Direzione aziendale e gravi problemi di ordine strutturale, come emerse da un'ispezione condotta dal sub commissario Pezzi. In particolare si pose l'attenzione sui banchi di lavoro del Centro, formati da mattonelle e non da superficie liscia come previsto dai protocolli sanitari. Gli ispettori romani rilevarono 65 irregolarità, 17 delle quali indicate come gravi.
All'Azienda ospedaliera di Cosenza furono concessi 15 giorni di tempo per risolvere i problemi meno gravi e 30 per quelli più critici. 
Nell'agosto del 2013, dopo il decesso di un settantacinquenne rendese a causa di una trasfusione di sangue infetto, giunse a Cosenza Giuliano Grazzini, direttore del Centro nazionale sangue che, munito di mandato ministeriale, riscontrò il permanere delle criticità, rilevando anche che gli interventi compiuti non erano stati risolutivi. 
Le carenze strutturali, igienico-sanitarie e organizzative risultano oggi minori rispetto alla prima visita degli ispettori: i locali sono stati di recente ristrutturati e il Centro si è dotato di nuove attrezzature. Resta tuttavia ancora molto da fare, a cominciare dall'organizzazione dei servizi, ma c'è tempo fino al prossimo 31 dicembre, termine entro il quale il Centro riceverà l'ultima visita degli ispettori. Si spera che per quella data tutto risulterà a norma, altrimenti si rischierà di non ottenere l'accreditamento e di conseguenza si andrebbe verso un ulteriore depotenziamento dell'Annunziata, dove si potrebbero effettuare solo i prelievi e le trasfusioni, mentre la lavorazione del sangue sarebbe fatta altrove.
Intanto rinnoviamo l'appello dei giorni scorsi per incrementare le donazioni di sangue all'Annunziata di Cosenza, hub in cui spesso le sacche scarseggiano a fronte di una domanda sempre crescente.

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