Gaetanina Sicari Ruffo
Ancora
una volta l'antica Kaulon stupisce per i ritrovamenti archeologici, dopo il
mosaico del drago, il più grande tra quelli ellenistici qui rinvenuti qualche
anno fa. In una struttura termale del IV sec. a.C. trasformata però,
nell'ambito del III sec., in tempio, sono state portate alla luce venti buche
con vasi contenenti monete, falangi
umane e ossa di animali bruciati. Si tratterebbe d'un ritrovamento che si
registra per la prima volta, una sorta di reliquiario che risale all'epoca dei Brettii, alleati
dei Cartaginesi all'epoca di Annibale. I Bruttii o Brettii ebbero Cosenza come
loro sede importante e furono schiavi dei Lucani da cui si liberarono nel tempo,
emigrando verso sud. Gli archeologi
parlano di riti propiziatori in onore degli dei, accompagnati forse da
sacrifici e non solo di animali. I resti umani
infatti sarebbero un vero e proprio mistero, mai riscontrato a queste
latitudini. Appartenevano a prigionieri nemici o a volontari della stessa etnia, votati a rendere omaggio
alle divinità come ci ricorda la tragedia di Euripide, Ifigenia,
sacrificata dal padre Agamennone per propiziare il viaggio dei Greci verso
Troia?
Per
ora si fanno tante ipotesi non supportate da riscontri certi
nella storia e nelle testimonianze
dell'epoca. Si vedrà in seguito. Il luogo però si conferma come magico
per le rare scoperte del passato. È il caso di dire: gli antichi sono sempre
con noi.
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