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“Senza i pubblicisti, meglio abolire l’Ordine”

Fonte Giornalisti Calabria
ROMA - Il futuro del giornalismo si gioca su un contratto ad ampio spettro rispettando le mutazioni del mestiere e non sull’Ordine dei giornalisti che ha fatto il suo tempo e che, in attesa di un pietoso gesto di eutanasia, cerca di rimanere a galla liberandosi dei pubblicisti (ddl in Parlamento), cioè dei free-lance, cioè della maggioranza dei colleghi che si dedicano all’informazione.
Poiché se salta il contratto frutto di decenni di lotte e di sacrifici, purtroppo oggi indebolito dalla miopia degli editori, non sarà certo l’Ordine a salvare la categoria dalle decimazioni e a scongiurare la fine di un giornalismo libero e indipendente.
Nell’epoca della dittatura delle immagini e della comunicazione online sopra e sotto le righe, dove tutto viene portato nella pubblica piazza, non sarà certo l’Ordine, anche se dovessero venire i marziani a riformarlo, a tutelare il giornalista, a garantire il diritto/dovere di cronaca, a salvaguardare la qualità dell’informazione, a combattere contro le leggi liberticide.
Solo il contratto, se riusciremo a frenare o perlomeno a rallentare nei tempi brevi la corsa al massacro, può costituire un argine all’attacco a fondo lanciato dai padroni con l’omertà della casta, che aspira a un mondo di popolo bue senza i rompiscatole dei giornalisti.

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