Il Catasto Onciario di Cosenza e provincia sul Web. Un progetto all'avanguardia dell'Archivio di Stato bruzio
Atti antichi, nuova
vita sul web
Il catasto onciario
finisce su Internet grazie al lavoro dell’Archivio di Stato
di Alessandra Pagano (Fonte Il Quotidiano della Calabria del 27.11.2011 pag. 34)
NON si dica più che
gli archivi sono luoghi polverosi e antichi. Da oggi, infatti, i documenti si
possono consultare a colpi di click.
È stato presentato
ieri all'Archivio di Stato il nuovo spazio web dove è possibile visionare i
dati del Catasto Onciario di Cosenza e di buona parte della provincia. Migliaia
e migliaia di pagine digitalizzate che, un po' come il censimento a cui siamo
chiamati a rispondere in questi giorni, è una vera e propria fotografia delle persone,
dei luoghi e della vita quotidiana nei secoli scorsi. Nomi, abitazioni,
possedimenti: documenti di fondamentale importanza ai fini della ricostruzione
delle condizioni economiche e sociali del tempo.
Gli originali sono
conservati presso l'Archivio di Stato di Napoli. Il sito web rappresenta
un'importante risorsa per gli studiosi e gli appassionati di storia che potranno
avviare le loro ricerche con notevole risparmio in termini di costi e tempo. A
fare gli onori di casa ieri, un entusiasta direttore dell'Archivio, Anna Maria Letizia
Fazio che ha sottolineato come questo progetto rappresenti un'ulteriore
opportunità per chi si occupa di ricerca.
Un progetto
all'avanguardia che mette in evidenza il buon connubio tra mondo
dell'archivistica e nuove tecnologie. Presenti alla serata di presentazione
anche Luciano Allegra, ordinario di Storia moderna all'Università di Torino,
Daniela Grana, già direttore dell'Istituto Centrale per gli archivi e Vittoria
Quarta, già direttore dell'Archivio di Stato di Cosenza. Quest'ultima ha
ricostruito le tappe del progetto di digitalizzazione delle fonti documentarie
negli Archivi di Stato italiani avviato nei primi anni Novanta, con particolare
riferimento alla situazione cosentina. A moderare i lavori Demetrio Guzzardi
mentre le peculiarità del sito e l'organizzazione del catasto sono state
illustrate da Loredana Strano. Tutti i documenti digitalizzati sono reperibili
all'indirizzo http://www.onciario.beniculturali.it/.
Da qui, cliccando
sulla voce “Catasto onciario” si apre una pagina con tutti i comuni presenti
divisi in ordine alfabetico. Cliccando sul nome desiderato si possono
consultare i documenti esattamente come se ci si trovasse davanti il cartaceo
dell'Archivio di Napoli. Le immagini sono ad alta risoluzione e possono essere
consultate singolarmente o a scorrimento, ingrandite o affiancate. Nel corso
della presentazione di ieri i rappresentanti delle amministrazioni comunali
presenti hanno ricevuto un dvd con i dati del proprio Comune e, inoltre, è
stato possibile ammirare i volumi del Catasto Onciario conservati nell'Archivio
di Stato di Cosenza. Il Catasto Onciario (l'oncia era la misura utilizzata per
la quantificazione d'imposta) fu introdotto da Carlo III di Borbone nel 1740
allo scopo di riformare il sistema di tassazione cercando di sapere
effettivamente da chi era composta la popolazione per dividere il carico
fiscale in base alle effettive possibilità economiche.
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Il Catasto Onciario (Clicca per consultare sul sito dell'Archivio di Stato)
NOTA STORICA
Il Catasto Onciario è una fra le più importanti fonti per lo studio della storia economica e sociale dell’Italia Meridionale.
Con legge del 4 ottobre 1740 re Carlo III di Borbone dispose per il Regno intero la compilazione del catasto detto onciario appunto per la misura utilizzata per la quantificazione d’imposta in once. Dal 1741 al 1742, la Regia Camera della Sommaria, autorità fiscale, organo amministrativo e consultivo dell’antico regime aragonese operante nel Regno di Napoli, emanò istruzioni per la compilazione dei Catasti e il 28 Settembre 1742 stabilì i termini di consegna del censimento catastale entro quattro mesi.
Dieci anni più tardi molte Università non avevano ancora completato il lavoro, ed il Re, nel maggio 1753, decise di inviare suoi Commissari per supportare quei Comuni che non erano stati in grado o non avevano ancora completato la redazione. Il risultato fu una sorta di censimento dell’intera popolazione dell’Italia meridionale completo di età, professioni e proprietà, non escluso il bestiame. A ciascuna Università (Comune) era dato il compito di redigerne due copie, una da conservare presso l’Università per eventuali aggiornamenti e l’altra da inviare a Napoli alla Regia Camera della Sommaria. Da allora molte delle copie conservate localmente sono andate distrutte o consegnate agli archivi provinciali. Le copie inviate a Napoli sono ora conservate in una speciale sezione dell’Archivio di Stato.
La finalità era quella di uniformare e mettere ordine nel campo tributario, rilevando con precisione l’ammontare della popolazione e garantendo la ripartizione del carico fiscale in base alle effettive possibilità e i beni posseduti. In realtà le informazioni demografiche sono da ritenersi lacunose poichè non risultano iscritte nel Catasto le famiglie prive di beni e quelle esentate dai pagamenti.
Le categorie iscritte erano i cittadini abitanti e non, vedove e vergini, ecclesiastici secolari cittadini e forestieri, forestieri abitanti e non abitanti laici, chiese, monasteri e luoghi pii
Composizione:
Atti preliminari, di competenza dei sindaci delle singole Università, per la nomina degli organi preposti al controllo e alla stima dei beni e per vagliare le rivele.
Rivele, di competenza dei capofamiglia con la dichiarazione del nucleo familiare, dei beni posseduti, capitali e dei censi attivi e passivi.
Apprezzi, verifiche da parte dei commissari, previo sopralluogo, delle misurazioni e valutazioni della rendita di ciascun appezzamento di terreno e valutazione dei beni ecclesiastici e feudali.
Onciario, risultanza finale con l’iscrizione dei contribuenti, (rispettando l’ordine onomastico, la distinzione di cittadini e forestieri, laici ed ecclesiastici) ed il relativo elenco dei beni e tassazione in once.
Le immagini presenti nel sito si riferiscono esclusivamente all’Onciario che risulta essere fonte primaria di dati sulle condizioni di vita nell’epoca considerata e riporta non solo la situazione finanziaria inerente ciascun contribuente, attraverso la valutazione in once dei profitti espressi in ducati, ma traccia anche in modo dettagliato un quadro più o meno chiaro della demografia locale (1): struttura della popolazione e numero dei residenti, dei forestieri, delle vedove, ecc., composizione del nucleo familiare, studio dei nomi e dei cognomi, stato di salute della popolazione, stato di scolarizzazione, incidenza delle migrazioni con suddivisione per classi sociali e per attività, ricomposizione del paesaggio agrario, diffusione dei mestieri sul territorio, articolazione del reddito, insomma una fondamentale ed utilissima chiave di lettura per meglio comprendere e definire il profilo degli elementi costituenti la complessità della vita quotidiana.
Il catasto onciario di Terrati per esempio. Eccolo qui: http://www.onciario.beniculturali.it/?page_id=7&album=1&gallery=104#contenuto
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